04 maggio 2014

Un mare di creta






Il mio mare stamattina era così.
Ha mangiato per ore il fango grigio della terra per poterla salvare,
fino a vomitare onde dense contro gli scogli.
Sembrava arrabbiato, era pesante, lento, violento e commosso.
Lo conosco bene questo mare, i castelli e le buche scavate migliaia di volte nella sua sabbia; l'acqua azzurro-verde, rifugio piacevole nelle ore più calde...Per un attimo ho pensato di non averlo mai visto così, di non riconoscerlo più. L'ho sempre solo immaginato fatto di colori, di rumori confusi, del chiacchiericcio scontato e leggero delle vacanze d'estate. L'ho immaginato divertito osservare i suoi bagnanti fare il solletico ai pesci, le ragazze scoprirsi con un po' di vergogna i fianchi e i sederi bianchi, e i pescatori al mattino ritirare le loro reti gonfie.

Oggi era di creta.
Un blocco immenso lì solo per essere modellato,
omaggio alla memoria della ferita inferta alla propria terra.
In treno, io, di ritorno dalla luna, avrei voluto essere un artista...

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