10 gennaio 2013

Farewell...



Mi arrabattavo per le strade della mia vita quando sei arrivata tu, quasi un anno fa,
praticamente una sconosciuta,
con quella telefonata: "Facciamo giocare le nostre bimbe insieme? Mi piacerebbe se la mia continuasse a parlare l'italiano"
e, dopo una pausa "però devi sapere una cosa: ho il cancro".
Mi sei entrata dentro direttamente dallo stomaco, come un pugno.
Poi in quei mesi hai cercato momenti felici, solo per lei, la tua bambina,
che non potevi e non volevi lasciare sola.
L'idea di pensarla senza di te, senza nemmeno il ricordo di te,
perché lo so che lo hai pensato, che ti ha ossessionato, ti dava più dolore del dolore fisico,
di quello che ti mordeva da dentro.
Le abbiamo fatte giocare insieme le nostre bimbe, le abbiamo viste ridere e piangere,
rubarsi i giocattoli e condividerne altri.
Le abbiamo anche iscritte a danza. Iniziano domenica prossima ti ricordi?
Ma tu non ci sarai, ce le accompagnerò io, perché tu non ci sei più.
Siamo diventate amiche, mi dicevi di andare in Italia, perché tu ne eri innamorata,
ci avresti vissuto volentieri se avessi vinto la battaglia.
Ma era una battaglia persa, impari.
C'erano fiori intorno a te,  centinaia di fiori bianchi, musica, e lacrime.
Ho pianto tutte le lacrime che mi tenevo dentro da mesi, sono uscite in silenzio.
Poi sono andata dalla tua mamma, a conoscerla, avremmo dovuto fare insieme anche questo.
Ci siamo prese la mano, ma ci conoscevamo già, era come se ci conoscessimo. Ci rivedremo.
Ora mi sento di vivere in un limbo, ma sono certa anche di avere una energia nuova, e mi hai fatto capire tu dove trovarla.
Non so spiegare meglio.

Farewell Clau