Sono cresciuta con la politica tutt’intorno, anche se credo di saperne ben poco, dopotutto. Lo so che tutti voi Paniconi, Volpini, Lupini e il resto della squadra vi metterete le mani nei capelli a sentirmelo dire, ma quando mio padre mi portava in sezione, la sera, dove anche voi portavate i vostri figli, io i vostri discorsi me li perdevo subito.
Mi piaceva invece guardare per ore il ciclostile girare e riporre in ordine le poche centinaia di copie del vostro giornalino; mi piaceva il colore nero di quel rullo, il bianco e nero delle stampe, dall’imprecisa apparenza di “fatto in casa”; mi piaceva l’odore dell’inchiostro e anche, soprattutto, quello di muffa delle stanze di quello spazio affascinante. Mi piaceva immaginarmela come una casa, la vostra sezione, se mai qualcuno avesse potuto abitarci in un posto così. Mi piaceva aiutarvi, preparare la colla con acqua e farina, metterla sulle etichette con gli indirizzi, leggere i nomi e immaginarmi quelle persone con il vostro giornalino tra le mani; e mi piaceva sopratutto fare tardi la sera.
Poi mi piacevate voi; mi piaceva l’energia dei vostri discorsi, la voglia che mettevate nel fare le cose, mi piaceva l’idea di credere ad un’idea, tutti allo stesso modo. Mi piaceva sentirvi parlare ai comizi, mi piaceva l’odore delle salsicce alla brace di Fabrizio, le piadine al prosciutto della mia mamma, lo stoccafisso (che ha portato in casa mia una tradizione che continua ancora) la musica sgangherata riprodotta di Guccini, e voi tutti a darvi da fare. Mi piacevano le feste del’ Unità, tutto un via vai di impalcature prese in prestito, tavolini, tovaglie, pentoloni giganteschi…. Ero affascinata dai vostri turni la notte per stare di vedetta a quel prezioso lavoro. Infine mi piacevano le vostre idee, non necessariamente le idee in sé, ma la volontà vera di crederci, la grinta di fare quei piccoli passi nemmeno misurabili, e la soddisfazione di averli fatti. Non penso di avervi mai sentito dire, allora, quanto cattivi fossero “gli altri”. Avevate tutti una trentina d’anni.
Questo è tutto quello che so della politica.
Andrea, il nostro (si anche mio!) nuovo sindaco lo conosco poco, ha un sorriso che mostra una ingenuità scelta e nasconde una bella dose di volontà e scaltrezza, e poi ha tutti gli altri che domani, dopo l’entusiasmo e le bollicine, ci mostreranno l’energia giovane di questa bella novità. I giornalini saranno digitali, l’odore di muffa scomparso, il ciclostile non sapete neanche cosa sia, ma l’idea di credere in un’idea, tutti con la stessa forza, ce l’avete già.
Buon lavoro, adesso a piacermi, ma proprio tanto, siete tutti voi.